Il card sorting è una tecnica che gli UX researcher utilizzano per organizzare o valutare l’architettura dell’informazione in un sito o in un’interfaccia web.
Attraverso il card sorting, infatti, è possibile categorizzare e organizzare gerarchicamente i contenuti, in un’ottica centrata sull’utente, si pensi, ad esempio, all’organizzazione del menù di un sito. Come funziona?
Come abbiamo già detto, si utilizza quando abbiamo a che fare con una struttura in cui la categorizzazione dei contenuti è complessa. A guidare il designer in questo processo di costruzione sarà proprio chi dovrà fruire della piattaforma. L’obiettivo, dunque, è quello di rappresentare i contenuti in base a come se li aspetterebbero gli utenti finali.
Creare un card sort
Generalmente, la creazione di un card sort prevede 4 passaggi fondamentali:
- creazione di una lista dei contenuti che si vogliono testare: riporta l’alberatura del tuo progetto web indicando con precisione il nome delle pagine e le URL e poi crea delle card (label) con i nomi dei contenuti. Un piccolo consiglio: cerca di evitare contenuti che contengono le stesse parole per non confondere gli utenti;
- raccoglimento di un gruppo di utenti: non esiste la ricetta perfetta, ma un buon numero per condurre un card sorting utile è dai 15 partecipanti in su, in questo modo otterrai una correlazione di 0.90 tra i risultati degli utenti e quelli finali;
- raggruppamento delle card e organizzazione in categorie da parte degli utenti: puoi organizzare questa fase in due modi, in maniera aperta (card sorting aperto) gli utenti organizzano le carte secondo categorie definite da loro stessi, o come card sorting chiuso, in cui le categorie sono prestabilite dai researcher;
- analisi dei dati: in questa fase prevedi l’utilizzo di una matrice di similarità in cui gli utenti hanno categorizzato le carte. Ciò ti permetterà di capire quali sono le collocazioni più frequenti effettuate dai partecipanti. Attraverso un’attenta analisi dei dati, non solo sarà possibile capire qual è il contenuto più rilevante per ogni categoria, ma anche quali sono i dati più ambigui, dove si verifica una maggiore dispersione.
Modalità di card sorting
Dal vivo
In questo caso le label saranno dei veri e propri cartoncini che i partecipanti dovranno fisicamente spostare nelle diverse categorie. Si può far lavorare gli utenti prima individualmente e poi in focus group per stimolare la discussione. Questa seconda fase è fondamentale per cogliere le argomentazioni dei partecipanti.
On line
Da remoto ci si affida a software appositi per lo svolgimento del card sorting. In questa modalità, è bene bilanciare il numero di carte per evitare che gli utenti abbandonino il test. È molto utile nel caso in cui si vogliano raggruppare persone che vengono da luoghi diversi, ma a differenza del card sorting dal vivo non consente l’osservazione del test.
Moderato
Il card sorting moderato permette di indagare sulle motivazioni che spingono i partecipanti, attraverso domande e discussioni.
Non moderato
Questa tipologia di card sorting non prevede l’intervento da parte del researcher e lascia gli utenti più liberi da eventuali condizionamenti.
Pro del card sorting
- Semplice ed economico;
- lo svolgimento del card sort è veloce;
- metodologia consolidata;
- fornisce dati stabili per la costruzione della struttura di un prodotto e dei buoni insight che permettono di capire come pensa l’utente.
Contro del card sorting
- I risultati possono cambiare in maniera consistente a seconda dei partecipanti;
- la fase di analisi dei dati può essere molto complessa e lunga;
- può dare risultati superficiali se non si struttura bene il test.
Jungles: il card sorting su Sanremo
Noi di Jungles utilizziamo spesso il card sorting per progettare i siti dei nostri clienti, così abbiamo provato a usarlo per gioco. L’abbiamo utilizzato per analizzare Sanremo e conoscere meglio i nostri utenti.
Un card sort on line non moderato in cui abbiamo chiesto a un campione di duecento persone, comprese tra i 16 e i 65 anni, di categorizzare personaggi e momenti della kermesse.
Quello che è emerso è stato molto interessante: a differenza delle vecchie edizioni, l’evento è stato più apprezzato dai giovani e a dividere maggiormente le vecchie generazioni dalle nuove sono stati i momenti che abbiamo chiamato pride. Ovvero tutti quei momenti in cui si fa riferimento a tematiche legate a temi come: fluidità di genere, femminismo, comunità LGBTQ+, che in questa edizione l’hanno fatta da padrone.
Come junglers, il nostro obiettivo è quello di mettere al centro della nostra experience l’utente, anche quando le cose le facciamo per gioco.